21 gennaio 2022, ore 07:00
Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali ha presentato all'Unesco la candidatura del caffè italiano come patrimonio immateriale dell'umanità; per gli italiani il caffè non è soltanto una bevanda: è tradizione, rito, aggregazione
NELLA VITA DI TUTTI
Il caffè fa parte della nostra vita. Scandisce le nostre giornate: dalla colazione al dopocena. Non è una semplice bevanda, è un rito, un simbolo dell’Italia e rappresenta una occasione di aggregazione. Il caffè ha ispirato Pino Daniele (“’Na tazzulella ‘e cafè”), ma anche Fabrizio De Andrè ( in Don Raffaè”) e tanti altri cantanti. Il caffè è presente nei romanzi, nei film. Alcuni spot per la televisione sono diventati iconici e ancora ci ricordiamo Nino Manfredi mentre sostiene che “il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?”. Ecco, sulla bontà del caffè noi italiani siamo un po’ esigenti: fino a una decina d’anni fa era praticamente trovarne uno di qualità al di fuori dei patri confini, ora la situazione è migliorata, anche se ci guardano strano quando lo chiediamo corto. Il caffè italiano è l’espresso, concentrato con quell’aroma in tazza piccola, meglio se calda. Nel passato a casa si preparava il caffè con la moka, abbiamo ancora in mente il rumore prodotto dal liquido che risaliva e il profumo che si diffondeva in cucina. Ora le varie macchine per espresso hanno avvicinato il caffè di casa a quello del bar. Negli anni poi hanno preso piede anche le varie varianti: macchiato, d’orzo, americano, al ginseng, marocchino, corretto. A ognuno il suo.
PATRIMONIO DELL'UMANITA'
Il governo italiano, tramite il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali, ha deciso di candidare il caffè italiano come patrimonio immateriale dell’Umanità presso l’Unesco. Lo ha annunciato il sottosegretario Gian Marco Centinaio: “In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo. Siamo molto soddisfatti di essere arrivati ad una candidatura unitaria - prosegue il sottosegretario Centinaio -. Oggi stesso sarà trasmessa alla Commissione nazionale italiana per l'Unesco e confidiamo che questa la approvi e la trasmetta entro il 31 marzo a Parigi. La tazzina di espresso rappresenta per tutti gli italiani un rito sociale e culturale che trova riscontro anche nella letteratura e che appassiona tutto il Paese, da Napoli a Venezia fino a Trieste passando per Roma e Milano. Una candidatura tanto più importante in un momento storico in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno penalizzato i rapporti sociali, molti dei quali - conclude Centinaio - avevano come cornice il bancone o il salotto all'aperto di un bar davanti a un buon caffè italiano”.