Il Clima è già cambiato: nel 2022 in Italia 254 fenomeni estremi, + 27% sul 2021
18 novembre 2022, ore 14:09 , agg. alle 14:25
Nei primi dieci mesi del 2022 sono stati 254 i fenomeni meteorologici estremi in Italia, il 27% in più di quelli dell'intero 2021. Il Presidente nazionale di Legambiente: "Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto del Ministero".
Periodicamente si pensa ad un futuro sostenibile, si lancia l'allarme di un mondo che potrebbe cambiare per colpa di una sciagurata gestione delle risorse e delle emissioni. La grande notizia è che in realtà quel domani è già arrivato ma non ce ne siamo accorti. Il clima è già cambiato e le conseguenze non tardano certo ad arrivare.
Il report di Legambiente
Nel 2022 in Italia sono già 254 i fenomeni estremi, che rapportati al 2021 fanno registrare un aumento del 27%. È quanto emerge dal report “Il Clima è già cambiato” dell’osservatorio Città Clima 2022 realizzato da Legambiente. L’incremento dei fenomeni estremi non è una sorpresa dell’ultimo anno. Ma è un triste trend degli ultimi 13 anni con un totale di 1503 casi, che hanno coinvolto 780 comuni e 279 vittime. Tra le regioni più colpite: Sicilia (175 eventi), Lombardia (166), Lazio (136), Puglia (112), Emilia-Romagna (111), Toscana (107) e Veneto (101).
Le dichiarazioni di Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente
Il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha affermato che l’Italia continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara. Invitando così il governo ad approvare il piano nazionale di adattamento al clima che potrebbe mettere in sicurezza le aree più a rischio, risparmiare vite umane e il 75% delle risorse economiche che invece vengono spese per i danni provocati dagli eventi estremi.
"Nella lotta alla crisi climatica da troppi anni l'Italia sta dimostrando di essere in ritardo. Continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi, alluvioni, piogge e frane, e non approva il Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. È fondamentale - aggiunge - approvare entro fine anno il Piano, ma anche definire un programma strutturale di finanziamento per le aree urbane più a rischio, rafforzare il ruolo delle autorità di distretto e dei comuni contro il rischio idrogeologico e la siccità, approvare la legge sul consumo di suolo, e cambiare le regole edilizie per salvare le persone dagli impatti climatici e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone".