L'efficacia dei vaccini antiCovd non si abbassa dopo sei mesi, lo certifica l'Istituto Superiore di Sanità

L'efficacia dei vaccini antiCovd non si abbassa dopo sei mesi, lo certifica l'Istituto Superiore di Sanità

L'efficacia dei vaccini antiCovd non si abbassa dopo sei mesi, lo certifica l'Istituto Superiore di Sanità


Secondo il report ISS in collaborazione con il Ministero della Sanità, i vaccini restano altamente efficaci anche dopo sette mesi; qualche eccezione tra gli immuno-compromessi e tra gli Over 80

EFFICACIA A LUNGO TERMINE

I vaccini contro il Covid sono efficaci anche dopo che sono trascorsi sei mesi dalla somministrazione. La rassicurazione arriva dall’Istituto Superiore di Sanità, pubblicando i dati di un report realizzato in collaborazione con il Ministero della Sanità. Il test ha riguardato quasi trenta milioni di persone che avevano ricevuto l’ultima dose da almeno sette mesi, su di loro non sono stati registrati cali dell’efficacia dei vaccini; nel 96% dei casi viene evitato il ricovero, nel 99% dei casi viene evitato il decesso. Si osserva invece una leggera diminuzione della protezione dall’infezione ( con o senza sintomi) in alcuni gruppi specifici di pazienti, come gli immuno-compromessi o con altre gravi patologie pregresse; in questi casi l’effetto del siero inizia a scendere dopo 28 giorni dalla somministrazione. L’efficacia è segnalata in diminuzione, pur in forma minore, anche tra le persone sopra gli ottanta anni, soprattutto tra gli ospiti delle Residenze per Anziani.


MONITORATI 30 MILIONI DI PAZIENTI

L'efficacia dei vaccini  è stata valutata confrontando l'incidenza di infezioni (sintomatiche e asintomatiche), ricoveri e decessi a diversi intervalli di tempo dopo la seconda dose con quella osservata nei 14 giorni dopo la prima dose, considerato come periodo di controllo. Le principali conclusioni contenute nel Report indicano che nella popolazione generale a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall'infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell'89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose. La variante Delta del Covid buca il vaccino più di quanto non facesse la variante Alfa: infatti l’efficacia contro il contagio è scesa dall’84% al 67%, ma – come si diceva- resta altissima la protezione contro ricoveri e decessi. Potrebbero inoltre avere contribuito eventuali modifiche comportamentali a seguito del rilassamento delle altre misure preventive (uso di mascherine e distanziamento fisico).


APPELLO PRESIDENZIALE

Oggi è intanto arrivato un nuovo appello per sottolineare l’efficacia dei vaccini. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato come l’Italia stia collaborando in ambito Covax perché ci sia una equa distribuzione di vaccini ovunque. Incontrando il presidente dell’Armenia Armen Arkissan, il capo dello stato Sergio Mattarella ha precisato che l’Italia ha a disposizione 45 milioni di dosi e ha dato la sua disponibilità per cederne una parte al paese armeno.


QUASI FUORI DAL TUNNEL

Sul fronte scientifico, oggi ha fatto il punto il professor Sergio Abrignani, immunologo componente del CTS, Comitato Tecnico Scientifico. Subito è arrivato un messaggio di speranza e di ottimismo: “ Finalmente la situazione pandemica sta andando bene, i vaccini stanno facendo effetto: stiamo addomesticando questo virus, ne stiamo uscendo”. Abrignani ha poi evidenziato che al momento non sussistono le condizioni per la somministrazione della terza dose di vaccino per tutta la popolazione: “Per ora non serve, - ha dichiarato il professor Abrignani-  intanto cerchiamo di far vaccinare tutti con la prima e la seconda dose. Con questo virus forse non arriveremo mai all'immunità di gregge, ma possiamo arrivare al 90% di vaccinati".



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