Poliziotto uccide un ragazzo alle porte di Parigi, nella banlieue scoppia la rivolta, notte di scontri e incendi
28 giugno 2023, ore 09:48
A Nanterre è scoppiata la rabbia dopo che un diciassettenne è stato ucciso a colpi di armi da fuoco da un poliziotto durante un controllo. L'agente - inchiodato da un video che non lascia dubbi- è in carcere con l'accusa di omicidio volontario
In Francia tornano ad accendersi le banlieue, termine con il quale si identificano i sobborghi delle grandi città, spesso ghetti dove abitano la povertà, il disagio, la violenza. E dove basta poco per far scoppiare lo scontro con l’autorità. L’ultimo – gravissimo- episodio è accaduto a Nanterre, periferia nord ovest di Parigi. Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco da un poliziotto, è seguita una notte di scontri, tensioni, incendi.
OMICIDIO VOLONTARIO
L’omicidio è stato commesso ieri. Un poliziotto ha sparato a un diciassettenne: si chiamava Nael, era alla guida di un’auto, un mini SUV giallo preso a noleggio. Il giovane non si voleva sottoporre a un controllo. In un primo momento le forze dell’ordine hanno diffuso una ricostruzione dei fatti in cui si raccontava che l’agente aveva fatto fuoco un attimo prima di essere investito, una sorta di legittima difesa. Il tutto però è stato smentito da un video, diventato virale sui social; si capisce chiaramente che il poliziotto che ha sparato non era posizionato davanti al mezzo ma all'altezza della portiera anteriore sinistra. Nelle immagini si vede l'agente puntare l'arma contro l'autista e sparare a bruciapelo da distanza molto ravvicinata quando il veicolo riparte. Una vera e propria esecuzione, peraltro secondo alcune testimonianza il poliziotto avrebbe anche urlato: “Ti sparo in testa”.
LA RABBIA DELLA BANLIEUE
Il fatto che l’agente sia stato arrestato e che ora si trovi in carcere fa capire che anche le autorità hanno le idee chiare sulla dinamica. Ma questo non è bastato a placare la rabbia della banlieue. A Nanterre le tensioni tra residenti e polizia sono scoppiate in prima serata. Le tensioni sono continuate, allargandosi ad altri comuni della periferia nord della regione parigina, nelle città di Asnières, Colombes, Suresnes, Aubervilliers, Clichy-sous-Bois e Mantes-la-Jolie. A Nanterre, nei pressi della prefettura, sono stati sparati dei petardi. In una scuola di musica è scoppiato un incendio, spento prontamente dai vigili del fuoco. Altri incendi sono stati appiccati lungo un binario ferroviario, diverse auto e bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme e le pensiline degli autobus sono state distrutte. I manifestanti hanno eretto alcune barricate.
SCONTRI E ARRESTI
Le forze di sicurezza hanno risposto più volte con gas lacrimogeni. Ventiquattro persone sono state fermate. Uno dei due passeggeri dell'auto è stato fermato e poi rilasciato, un altro si è dato alla fuga. Dopo la morte di Naël, è stata aperta un'inchiesta per rifiuto di ottemperare e tentato omicidio di persona che deteneva pubblici poteri. Un'altra inchiesta, aperta per omicidio colposo da parte di persona avente pubblica autorità, è stata affidata all'Ispettorato Generale della Polizia di Stato. Il poliziotto che ha premuto il grilletto è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario.
IL DOLORE DI MBAPPE'
Quando la notizia dell’assassinio si è diffusa, ha suscitato una serie di reazioni. Prevale l’indignazione, cui si è unito anche Kylian Mbappè, la stella del calcio francese, figlio delle banlieue, questa mattina ha twittato: “Sento dolore per la mia Francia. E' una situazione inaccettabile, tutti i miei pensieri vanno agli amici e alla famiglia di Nael, piccolo angelo che se n'è andato troppo presto”. La madre di Nael ha urlato tutto il suo dolore: "Mi hanno portato via il mio bambino”.
LA PRESA DI POSIZIONE DEL GOVERNO
Il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin, ha lanciato un appello alla calma dopo gli incidenti di questa notte in banlieue che hanno fatto seguito all'uccisione del diciassettenne Nael da parte di un poliziotto. Darmanin ha parlato di "immagini estremamente scioccanti" commentando il video postato sui social in cui si vede il poliziotto puntare l'arma contro il giovane prima di aprire il fuoco, ed ha rinviato alla "verità dell'inchiesta della magistratura". "In nessun caso - ha detto Darmanin - un gesto come quello che si vede, se l'inchiesta confermerà il contenuto del video, si può giustificare".