02 marzo 2022, ore 12:31
Ieri l'ateneo milanese aveva deciso di cancellare il corso sullo scrittore Fedor Dostoevskij per evitare polemiche vista la guerra scatenata dalla Russia; ma è successo esattamente il contrario, con le forti critiche bipartisan all'università, accusata di censura. Oggi la - tardiva- retromarcia
DIETROFRONT
Alla fine è arrivata la retromarcia. Il corso su Dostoevskij tenuto da Paolo Nori si farà. L’Università di Milano Bicocca ha emesso un comunicato in cui scrive: “ Il nostro è un ateneo aperto al dialogo e all'ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all'escalation del conflitto. L’università conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell'Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione”.
CENSURA SENZA SENSO
Non era questa la posizione emersa ieri, quando era stata annunciata la cancellazione del corso su Dostoevskij. Meglio evitare polemiche in questo periodo delicato, avevano detto dall’ateneo. E’ successo esattamente il contrario e l’Università di Milano-Bicocca è finita nella bufera, con critiche bipartisan per una censura senza senso. E tante accuse anche sui social. Vladimir Putin è un dittatore al potere da più di vent’anni, lo si può definire un assassino, visto che ha ordinato di bombardare palazzi e uccidere i civili. A chi lo sostiene ( vedi il direttore d’orchestra Gergiev, giustamente silurato dalla Scala e dagli altri grandi teatri del mondo occidentale) deve arrivare un messaggio molto chiaro di condanna. Ci stanno le sanzioni economiche, ma non si può cancellare il passato della Russia, specie sul piano culturale. Cosa c’entra Dostoevskij con la guerra in Ucraina? Visto che Putin è russo, allora vanno cancellati tutti i letterati, i musicisti, gli artisti, gli scienziati che arrivano dalla Russia? E’ come se non si studiasse più il latino perché Nerone ha incendiato Roma.
DOSTOEVSKIJ NON C'ENTRA
Paolo Nori, scrittore e docente, è un grande conoscitore della cultura russa e naturalmente non aveva preso bene la decisione iniziale di cancellare il corso. Ieri aveva postato un video sui social: “Io penso che quello che sta accadendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono cose ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente, oggi è una colpa, in Italia, anche essere un russo morto. Che quando (Dostoevskij, ndr) era vivo nel 1849 fu condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita”. Il professore aveva anche condannato con chiarezza l’attacco armato dei russi e l’invasione dell’Ucraina. Ora, dopo la retromarcia dell’Ateneo, ha accettato di incontrare davanti al caffè la rettrice Giovanna Iannantuoni. Che ha parlato di equivoco. In realtà il suo è stato un clamoroso errore. Più grave perché arriva da una intellettuale.