19 gennaio 2021, ore 12:15
Ricattava da mesi il papà e la mamma di una ragazzina con cui aveva avuto una brevissima frequentazione, chiedendo soldi per non diffondere le immagini hot della figlia, arrestato 21enne a Brescia
Una brutta storia di revenge porn quella che si è conclusa a Brescia con l’arresto di un 21enne di origine egiziana che, da tempo, ricattava la famiglia di una ragazzina di appena 14 anni con la minaccia di pubblicare foto intime ottenute dalla ragazza. I genitori avevano già pagato 1200 euro in contanti all’uomo che in cambio della distruzione degli scatti aveva anche chiesto alla ragazza di compiere atti sessuali. Dopo un’ulteriore richiesta di 5000 euro, la coppia ha denunciato alla Polizia Postale di Brescia l’accaduto chiedendo un intervento.
La polizia ha teso una trappola al ricattatore
I genitori della giovanissima, che aveva frequentato per un breve periodo il 21enne, esasperati dalle pressioni e provati dalla drammatica vicenda, hanno a chiesto aiuto alla Polizia Postale di Brescia. Concordate le modalità con cui chiedere l'appuntamento per l'effettuazione dello scambio è scattata l'operazione di polizia: l'attività di osservazione, pedinamento e appostamento ha consentito di individuare il giovane estorsore, arrestato in flagranza di reato nell'atto di ricevere il denaro. Nel corso della perquisizione personale è stato sequestrato anche lo smartphone in uso al 21enne, nel quale è stata rivenuta la presenza di diverse immagini di natura pedopornografica. L'arrestato è stato associato alla casa circondariale di Brescia a disposizione dell'autorità giudiziaria procedente, mentre proseguono le indagini per accertare l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.
Crescita di casi di revenge porn nel nostro Paese
Ha fatto scalpore, nelle ultime settimane il caso di una maestra d’asilo di Torino che ha visto la propria vita lavorativa e privata devastata dalla diffusione di sue immagini intime da parte del suo ex fidanzato ai suoi amici di calcetto tra cui c’era anche il genitore di uno dei bimbi della scuola in cui la ragazza lavorava. Dopo mesi terribili, fatti di insulti e violenza psicologica da parte della dirigenza dell’asilo e da una mamma dei bimbi, la maestra è stata costretta a dimettersi. I fatti risalenti al 2018 sono approdati in tribunale qualche giorno fa: il pubblico ministero ha chiesto 14 mesi per la direttrice dell'Istituto e 12 mesi per la mamma di una bambina che ha ulteriormente diffuso i video e le foto nella chat dei genitori. In Italia i casi di revenge porn sono in crescita, ma dal 2019 è stata approvata una legge che punisce chi diffonde le immagini o foto intime dai contenuti sessualmente espliciti, senza il consenso della persona ritratta. La pena prevista va da uno a sei anni e la multa da 5 a 15mila euro.