Scioperi: oggi tocca agli NCC. Domani disagi tra le 9 e le 13 per i mezzi pubblici

Scioperi: oggi tocca agli NCC. Domani disagi tra le 9 e le 13 per i mezzi pubblici

Scioperi: oggi tocca agli NCC. Domani disagi tra le 9 e le 13 per i mezzi pubblici Photo Credit: agenziafotogramma.it


L'Unione dei sindacati di base ha ridotto l’orario di agitazione dopo la precettazione del ministro Salvini

Pendolari e viaggiatori alle prese con gli scioperi che causeranno disagi in questi ultimi due giorni della settimana lavorativa. Oggi tocca alle associazioni di Noleggi con conducente, domani invece ai lavoratori dei mezzi pubblici. In una prima fase, i sindacati Usb avevano annunciato uno sciopero da 24 a 48 ore. I comitati di base avevano previsto due giorni, dalle 21 di oggi (giovedì 12 dicembre) alle 21 di domani. Il dialogo con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti si è concluso con la precettazione da parte del ministro Matteo Salvini, che ha ridotto il tempo previsto per l’agitazione nella giornata di domani a sole 4 ore, dalle 9 alle 13.


NCC in protesta

Per tutta la giornata, oggi, giovedì 12, saranno le associazioni di NCC (compreso Uber) a protestare. Il motivo principale è il malcontento nei confronti dei decreti Salvini e di alcune delle prescrizioni introdotte, quali: 

- L’obbligo di comunicare allo Stato i dati personali di ciascun viaggiatore insieme ai dettagli del tragitto;

- Il divieto per i clienti di ricorrere all’intermediazione di agenzie turistiche o alberghi per prenotare il servizio;

- L’obbligo di rientrare in rimessa dopo ogni servizio.

- L’introduzione di un tempo minimo di attesa di 20 minuti tra un cliente e l’altro;

Dal punto di vista degli autisti degli NCC, molte di queste norme (in particolare l’ultima citata) sembrano essere state introdotte esclusivamente per andare incontro alle istanze dei tassisti, storicamente in lotta con le aziende che propongono servizi concorrenti. Le manifestazioni si svolgeranno a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo; mentre i servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green saranno temporaneamente sospesi.


I mezzi di trasporto pubblico

Domani, venerdì 13, lo sciopero coinvolgerà i mezzi pubblici di tutt’Italia. A organizzare la protesta i sindacati USB (unione sindacale di base) che, dopo l’interlocuzione con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, hanno riprogrammato l’agitazione dalle 9 alle 13. Attese ripercussioni su tram, metro, autobus, ma anche per il trasporto ferroviario. In particolare, Fs e Trenitalia hanno annunciato possibili modifiche alla circolazione di Frecce, Intercity e regionali con ritardi e cancellazioni che potrebbero verificarsi anche prima delle fasce di garanzia e protrarsi oltre l’orario di termine dello sciopero. Per quanto riguarda i mezzi pubblici locali, Trenord ha annunciato che i convogli con partenza prevista entro le 9 e arrivo previsto entro le 10 arriveranno al termine della corsa in modo regolare.


Lo scontro Salvini-Sbarra

Nel confermare la precettazione dei lavoratori in occasione dello sciopero di domani, il ministro Salvini ha criticato l’agitazione: “Siamo a 10 giorni da Natale, c'è anche il diritto al lavoro, alla salute e alla mobilità e quindi ho firmato personalmente per ridurre a 4 ore e non a 24 la fermata sui trasporti”, ha detto alla fine di un sopralluogo al cantiere di Briosco (Monza Brianza) della statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. “Il diritto allo sciopero – ha proseguito il ministro – è di tutti, è in Costituzione, ma sarà opportuno rivedere la normativa. Lo porterò sul tavolo della maggioranza ma nello stesso interesse dei lavoratori e dei sindacati. Se devi fare uno sciopero al giorno, perché da che si è insediato questo governo siamo arrivati a mille scioperi, vuol dire che lo stesso strumento dello sciopero non funziona più".

Immediata la risposta del segretario della Cisl, Luigi Sbarra: "Le norme sullo sciopero sono già codificate e condivise: non si possono cancellare con un atto unilaterale da parte di un ministro o di un governo. Una cosa è criticare l'uso rituale e compulsivo, un fatto che danneggia soprattutto il sindacato, ben altra cosa è mettere in discussione la disciplina che ne regola l'esercizio. Si rischia di comprimere un principio intangibile sancito dalla Costituzione e di regalare un assist a chi vorrebbe radicalizzare ulteriormente il clima sociale. Per coniugare il diritto allo sciopero e quello dei cittadini ad avere servizi essenziali la legge c'è. Va applicata".



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