Terremoto in Turchia e Siria, i morti sono ora 16.400, ormai poche le speranze di trovare altri sopravvissuti
09 febbraio 2023, ore 10:25 , agg. alle 11:07
Il bilancio del sisma è sempre più pesante ed è destinato a peggiorare ulteriormente. Si affievoliscono le speranze di trovare persone ancora vive sotto le macerie. Polemiche per i ritardi nei soccorsi
BILANCIO DRAMMATICO, POCHE SPERANZE
Poche ore dopo il sisma l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva paventato 20mila morti. E purtroppo ci si sta avvicinando a una cifra del genere. Le vittime accertate sono al momento più di 16 mila e il bilancio si aggiorna di ora in ora. Si continua a scavare sotto le macerie, in condizioni rese ancora più difficili dal freddo con temperature che molto spesso sono sotto lo zero. Ancora ieri sono state estratte vive alcune persone, ma è logico aspettarsi che a questo punto, a 80 ore dal terremoto, le speranze di trovare sopravvissuti si affievoliscano. Le autorità sanitarie turche hanno intanto comunicato che sono almeno 62.914 le persone rimaste ferite a causa dei terremoti che hanno scosso il sud del Paese.
NORME ANTISISMICHE IGNORATE
Parliamo di terremoti, al plurale, perché in questo caso non c’è stata una scossa forte seguita da altre di assestamento; ma una serie di scosse devastanti. Alcuni palazzi si sono sbriciolati non nella notte tra domenica e lunedì, quando c’è stato il primo terremoto, ma nelle ore successive per scosse altrettanto distruttive. Nel paese è alta la polemica sulla facilità con la quale molti palazzi sono collassati: per quanto forti possano essere state le scosse, si può affermare senza troppi dubbi che negli anni passati le norme antisismiche non sono state rispettate in modo rigoroso. Peraltro in Turchia – zona sismica- si paga una tassa sui terremoti, ma i soldi incassati per prevenzione e sicurezza evidentemente non sono stati reinvestiti in modo corretto ed efficace.
SOCCORSI, POLEMICHE E SOCIAL
Ieri il presidente turco Tayipp Erdogan ha visitato le zone terremotate e ha ammesso che in una prima fase la macchina dei soccorsi ha avuto problemi. Dalle regioni meridionali della Turchia si sono levate voci di protesta e indignazione. Per questo ieri le autorità di Ankara avevano bloccato l’accesso ai social per il proliferare di proteste sui ritardi nei soccorsi. Questa mattina l’accesso a Twitter è stato ripristinato. Oggi dovrebbe poi arrivare in Siria il primo convoglio umanitario, che viaggia tra mille difficoltà: da poche ore sono stati aperti alcuni valichi al confine con la Turchia. C’è poi da considerare il fatto che – con la consueta crudeltà- il regime di Assad sta ostacolando i soccorsi visto che la zona settentrionale della Siria, colpita dal sisma, è per lo più controllata dai ribelli che si oppongono al governo.