Ustica, Amato frena e dice: "non ho prove nè nuovi elementi, ma ho messo sul tavolo una ipotesi fortemente credibile"

Ustica, Amato frena e dice: "non ho prove nè nuovi elementi, ma ho messo sul tavolo una ipotesi fortemente credibile"

Ustica, Amato frena e dice: "non ho prove nè nuovi elementi, ma ho messo sul tavolo una ipotesi fortemente credibile" Photo Credit: agenziafotogramma.it


L'ex presidente del consiglio aveva sostenuto che erano stati i francesi ad abbattere per errore il DC9 Itavia mentre il loro obiettivo era Gheddafi. Tesi verosimile, ma decenni di depistaggi ci hanno privato delle prove

AMATO RALLENTA, MA CONFERMA

Le dichiarazioni di Giuliano Amato hanno riacceso il dibattito. Oggi l’ex presidente del consiglio in un messaggio al quotidiano “La Verità” ha di fatto confermato la sua versione, ma ha frenato sostenendo di non avere prove e di non poter portare nuovi elementi. Amato ha scritto: “Io ho solo rimesso sul tavolo un'ipotesi già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi nuovi elementi, ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità. Non altro. Dei titoli con cui un articolo o un a intervista vengono presentati non risponde l’autore. Volevo riportare il tema all'attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell'ipotesi a parlare - prosegue Amato -Gli anni passano, le famiglie sono lì, convinte che la verità non sia ancora venuta fuori e i testimoni rimasti possono andarsene presto. Come può capitare a me, data la mia età”. Riguardo alle affermazioni su Bettino Craxi e alle repliche dei figli secondo i quali fece avvisare Gheddafi del bombardamento che si preparava sul suo quartier generale di Tripoli nel 1986, Giuliano Amato replica: "Purtroppo non ricordo chi mi disse che era stato Craxi a informare Gheddafi anche se il ricordo è rimasto".

UNA TESI VEROSIMILE, MA SENZA PROVE

La versione di Giuliano Amato è verosimile. La sua ricostruzione però manca di prove, che non sono un dettaglio. Nell’intervista concessa nei giorni scorsi a Repubblica, l’ex presidente del consiglio ha raccontato che quella sera del 27 giugno 1980 sui cieli del Mar Tirreno è andata in scena una vera e propria battaglia aerea, anche se in teoria si era in tempo di pace. Da una parte le forze della Nato, dall’altra il leader libico Gheddafi, che flirtava con il mondo sovietico ed era particolarmente inviso ai francesi. E secondo Amato fu proprio un caccia della forza transalpina a far partire il missile, che doveva colpire un Mig libico sul quale si presumeva viaggiasse Gheddafi e che invece abbattè per errore il Dc 9 Itavia che stava coprendo la rotta tra Bologna e Palermo.

LE STRAGI ITALIANE TRA BUGIE E DEPISTAGGI

Quarantatre anni non sono bastati per avere la verità sulla morte di 81 vittime innocenti. E’ uno dei mali italiani: quando c’è una strage è praticamente impossibile arrivare a un quadro preciso, che indichi mandanti esecutori e motivi. Anche su Ustica sono entrati in scena depistaggi, bugie, reticenze. L’Aeronautica Militare, e di conseguenza lo Stato, hanno eretto un muro per coprire la verità. Un muro di gomma, si è detto; duro da scalfire. Ma ci sono state inchieste (giudiziarie e giornalistiche) che hanno saputo aggirare silenzi e menzogne. Non sappiamo ancora tutto, ma una idea di massima c’è.


L'IPOTESI BOMBA NON E' CREDIBILE

Nei primi anni dell’inchiesta, chi voleva coprire la verità ha portato avanti le tesi del cedimento strutturale ( smentito dalle perizie ) e dell’esplosione di una bomba a bordo. Ma la tesi fa acqua da tutte le parti: innanzitutto il volo IH 870 decollò da Bologna con quasi due ore di ritardo, se ci fosse stato un ordigno collegato a un timer l’aereo sarebbe saltato in aria quando era ancora parcheggiato all’aeroporto Marconi. Poi si è detto che la bomba era stata piazzata nella toilette del Dc 9: ma tra i relitti ripescati in mare è stata trovata intatta la tavoletta del WC, che invece avrebbe dovuto disintegrarsi. Nei resti dei sedili dell’aereo sono state trovate schegge della fusoliera esterna, quindi significa che qualcosa ha spinto dentro l’aereo qualcosa che era fuori, in caso di esplosione dall’interno della carlinga sarebbe avvenuto esattamente il contrario.

TANTI ATTORI, NESSUNA VERITA'

La sensazione è che in quella sera tutte le parti in causa avessero qualcosa da nascondere. Misteriosamente in vari centri di controllo aereo italiano, si stavano cambiando i nastri di registrazione proprio nei minuti dell’incidente, tu guarda a volte il caso… I francesi hanno sempre sostenuto che la loro base di Solenzara, in Corsica, quel giorno interruppe le operazioni alle 14.30, ma ci sono molte testimonianze che raccontano di un intenso traffico di caccia per tutta la serata. Gli americani non hanno raccontato con chiarezza dove fosse e cosa stesse facendo la portaerei Saratoga. Diverse persone che in quella sera avevano un ruolo nel volo o nel controllo del traffico aereo sono state vittime di suicidio o di incidenti mortali un po’ strani. I morti per Ustica sono stati più di 81.



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